L’Inps e l’Inail, in considerazione dei fenomeni climatici che stanno interessando l’Italia in queste settimane, hanno fornito le istruzioni per la gestione del rischio caldo e per l’accesso alla Cigo erogata dall’Inps in caso di sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa dovuta a temperature elevate; l’Inail ha anche ricordato che la Cigo può essere richiesta quando il termometro supera i 35° centigradi, ma saranno considerate idonee anche le temperature “percepite”, ed ha rinviato ad uno specifico Vademecum, dedicato a lavoratori, datori di lavoro e figure aziendali della salute e sicurezza, con un decalogo per la gestione del rischio e le linee guida per prevenire le patologie da stress termico.

Guida informativa per la gestione del rischio del caldo

 

Scheda informativa

 

Messaggio Inps n. 2999 del 28.07.2022

 

 

In relazione ai rischi da lavoro legati alle elevate temperature, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ricorda che già lo scorso 22 giugno la Direzione Centrale per la Tutela, la vigilanza e la sicurezza ha emanato una circolare avente ad oggetto la tutela dei lavoratori sul rischio legato ai danni da calore. Nella circolare vengono richiamati i contenuti della nota prot. n. 4639 del 2 luglio 2021, in attuazione della quale gli Uffici territoriali dell’INL sono invitati a dedicare particolare attenzione, sotto il profilo ispettivo, alla prevenzione dei rischi sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori determinati dall’ aumento di intensità e durata delle ondate di calore. “L’art. 28 del d.lgs. n. 81/2008 – si legge nel provvedimento – stabilisce l’obbligo, in capo al datore di lavoro, di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari”. Come noto, le elevate temperature in assenza di misure idonee, specie nel caso di lavorazioni faticose e in assenza di adeguate pause di recupero, oltre a essere causa di malori possono ridurre la capacità di attenzione del lavoratore e quindi aumentare il rischio di infortuni. Particolarmente esposti al rischio in questione risultano coloro che svolgono l’attività lavorativa all’aperto, in particolare edilizia e agricoltura, unitamente a coloro che sono impegnati in ambienti chiusi senza ventilazione adeguata. In tali settori e ambienti di lavoro si ritiene, quindi, opportuno intensificare le attività di sensibilizzazione e verificare, nel corso dell’attività di vigilanza, quali misure di prevenzione siano state previste ed attuate dal datore di lavoro al fine di ridurre al minimo il rischio espositivo”.

 

Nota Inl n. 3783 del 22.06.2022